Il caso non esiste...

 

 

una tenda sul marciapiede

 

Che mi piaccia o no devo stare dove scorre il fiume umano, sempre così gonfio di

tumultuose passioni, di vorticosi mulinelli, di correnti impreviste.

 

Non posso fuggire: è il mio destino. Sono stato chiamato ad essere lievito

in mezzo alla moltitudie.

 

Devo rizzare la mia tenda sul marciapiede, ove l'uomo passa e vive.

Ama e pecca, lavora e piange; canta e maledice, litiga e sogna.

 

Una tenda sul marciapiede è come una città posta sul monte:

si vede e si fa vedere; fa riaffiorare problemi e realtà dimenticate.

 

una tenda sul marciapiede è un segno di contraddizione:

qualcuno, passandole vicino, forse s'indispettirà:

è sempre meglio che non vederla.

 

Una tenda sul marciapiede è quel che ci vuole per una società  pigra e satolla,

orgogliosa e piena di se, distratta e pecoreggiante;

è una schiaffata che scuote e mette in azione energie sopite e stuzzica

un moto di reazione:

 

quanto basta perchè il passante non

si dimentichi di essere uomo.

 

(breve lettura che ci ha proposto il C.G all'uscita del B.P. day il 26 Febbraio)